ALFIO GIOMI E’ IL NUOVO PRESIDENTE DELLA FIDAL

Giomi_Alfio_300x400_podisti_netAlla fine ha vinto Alfio Giomi ed i Consiglieri in carica, orfani di Franco Arese, se ne tornano  tutti a casa (tranne uno), malgrado l’occhio benevolo del Coni, come è giusto che sia.

Ha vinto con il 60,7% dei voti un uomo che ci convince molto a livello personale. Un Dirigente esperto, preparato come pochi, in possesso certamente di tutte le qualità per rilanciare l’Atletica, l’unico che poteva tentare di farcela anche nel caso che Arese fosse rimasto in corsa.

Alfio è oltretutto uomo “astuto più di Ulisse”. Lo si è visto da come ha lanciato la sua candidatura,  per il contatto immediato che ha tentato di stabilire con la base,  per la spregiudicatezza con cui ha formato la sua squadra e lo è, sia chiaro, nella accezione positiva della parola  e nella speranza che questa “qualità” sia da lui usata in perfetta unione con la sua capacità di fare e la voglia di determinare un cambiamento epocale.

Alfio può farcela e fra quattro anni quando lascerà (lo ha dichiarato lui) forse ci troveremo un’Atletica diversa, un’Atletica migliore anche perché, mi si passi la battuta, di peggio non si potrebbe fare!

Ha perso chi, come diceva il buon Totò, doveva perdere “a prescindere!” perché attorno al Presidente Arese, persona seria, onesto e di grande spessore sportivo a cui vanno i nostri auguri per una pronta e definitiva guarigione, c’era il nulla o poco più ed anzi qualche volta anche il peggio.

Noi ex Fondiaria ed ex Audacia abbiamo da anni espresso, direttamente agli interessati, questa nostra opinione e lo abbiamo scritto in diverse occasioni.  Oggi è’ stato battuto un Consiglio privo di spessore, composto da persone qualche volta arroganti che accettavano raramente di valutare una tua idea, una tua proposta. Non tutti certamente erano così ma diversi, specie negli ultimi anni, sì.

Un Consiglio che era espressione bulgara di un dominio a livello Regionale fatto di alleanze che sembravano invincibili ma che ha fatto i conti senza l’Ulisse dell’Atletica (alias Giomi) che una volta deciso di rientrare in gioco dopo più di otto anni, non a caso, ha trovato il modo di abbattere ogni ostacolo riprendendosi la sua Itaca. Solo lui poteva riuscirci.

Ora vediamo cosa farà il nuovo Presidente. Anche lui, a giudizio di chi scrive,  si è trascinato al seguito  pezzi di regime che lasciano interdetto chi valuta la sua squadra di consiglieri e non solo. Lo ha fatto certamente perché, come detto, per vincere necessitava mettere in opera qualche equilibrismo spregiudicato e lui, quando serve, sa essere Ulisse. Ora però ci aspettiamo che Alfio Giomi dia il meglio di se. Abbandoni le vesti del mitico Re di Itaca e si cali nel ruolo di un grande Presidente aperto al nuovo (esattamente come ha dichiarato)  capace di mettere a frutto tutta la sua esperienza e profonda conoscenza dei veri problemi dell’Atletica ed utilizzi  l’intelligenza di cui è dotato in quantità industriale per far tornare il nostro sport al ruolo che le compete.

Accolga allora l’invito,  fattogli anche personalmente da chi scrive, di essere attento alle proposte ed alle idee della base e/o delle minoranze, di fare in modo che Giunta e Consiglio siano luoghi di aperto confronto e che ombre antipatiche non incupiscano lo scenario Tecnico; dia cioè, al cambiamento che ha dichiarato di voler attuare  la sostanza di un investimento “colossale” di risorse economiche ma anche intellettuali (perché questo serve) da dedicare in primis alla  preparazione e formazione dei Tecnici, agli  impianti ed al rilancio dei Club Civili vero motore dell’Atletica (leggendo i nomi dei nuovi Consiglieri sembra infatti che i Militari siano già tutti ben sistemati..). Non ultimo si impegni a far diventare subito Italiano chi lo è già nella vita di tutti i giorni tranne che per lo Stato, a scardinare od almeno limitare quei centri di potere più o meno occulti che “mangiano” con l’Atletica e, richiesta banale personale a cui mi ha già risposto affermativamente in presa diretta durante un incontro a Roma, mantenga l’impegno di eliminare i pettorali dai Campionati. Sembra una stupidaggine ma porterà vantaggi ai Club.

Sia infine ambizioso. Bisogna infatti non solo crescere ma porsi l’obiettivo di raddoppiare la base dei praticanti e parametrarci così ad un triangolo in cui ci siano più probabilità di produrre qualità al vertice. Compito difficilissimo da svolgere in soli quattro anni ma non impossibile per lui; il buon Alfio, vincitore della “campagna d’Italia” è certamente in grado di farlo e noi di sognare nell’anno delle Olimpiadi brasiliane non più 80000 tesserati (master a parte) ma almeno 130/150 mila.

Enrico Palleri

Il nuovo Consiglio federale (in ordine di preferenze raccolte)

Oscar Campari (quota dirigenti)
Annarita Balzani (quota dirigenti)
Enzo Parrinello (quota dirigenti)
Sergio Baldo (quota dirigenti)
Riccardo D’Elicio (quota dirigenti)
Mauro Nasciuti (quota dirigenti)
Giacomo Leone (quota dirigenti)
Alessandro Talotti (quota atleti)
Francesco Pignata (quota atleti)
Roberto Frinolli (quota tecnici)

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