Il Presidente del Coni, Petrucci, sostiene che lo Sport italiano è in buona salute. I Media scrivono che siamo nel G8, nell’elìte mondiale. Bugie. Dette a fin di bene ma grossolane bugie. A Londra la faccia nostrana è stata salvata dalla lungimiranza e dalle capacità di intervento del Coni e dello Stato attraverso i Gruppi Sportivi Militari e null’altro o quasi.
Insieme infatti hanno sviluppato per anni e con lungimiranza iniziative ed interventi negli sport meno diffusi e meno praticati ma a maggior probabilità di successo ed hanno messo in cascina gran parte del medagliere invero apprezzabile di “28 dindini.28”. Complimenti!
L’Italia però degli sport più praticati, di quelli di massa (escluso il volley ed in parte la scherma) a Londra è stata od assente (Calcio e basket) od un fiasco come Nuoto, Atletica e Ciclismo, salvati in parte, questi ultimi, dal naufragio totale rispettivamente da uno splendido argento che nulla ha a che fare con la piscina (Grimaldi), dal solito intramontabile, irriducibile “vecchietto” che vorremmo Santo subito (Donato) o da un fenomeno sfigato della Mountain Bike capace di arrivare a dama senza sella (Fontana).
E’ chiaro poi che qualche giovane qua e là lo si è visto ed ammirato ma in questi sport e l’Atletica in particolare il nostro paese è fra i meno brillanti.
Se quanto sopra è vero, deve partire un’analisi delle cause, e disporre di un Management Federale che abbiano idee chiare e sappia dar seguito a progetti che siano praticabili, efficaci e che possano modificare lo status quo. Tentare si deve. Ormai non abbiamo nulla da perdere. Noi non possiamo parlare per gli altri Sport ma qualche cosa riguardo l’Atletica nei prossimi mesi la diremo certamente magari prima di sparire del tutto se non dovessimo trovare una sana soluzione per i nostri problemi finanziari. Ma questo è un altro discorso e gufi ed avvoltoi non l’avranno vinta.
In un paese in cui nessuno si dimette mentre in tanti dovrebbero farlo anche fra i nostri Dirigenti Federali, non sarà facile determinare una virata decisiva e convinta delle politiche attuative visto il controllo delle poltrone praticato dai nostri Consiglieri Federali in carica tramite una marcatura stretta, tipo “catenaccio” di rocchiana memoria con casi disperati, se non comici, di chi non lo fa ammettendo solo ora di aver fallito da anni, di non aver avuto la forza di fare neanche l’opposizione magari alla don Chisciotte ma almeno di provarci!
Il nostro sport è in un loop perverso di inefficienza che non ha mai fine e dal quale bisognerà comunque prima o poi uscire. Per farlo servono nuove idee, un nuovo patto con il Coni e Dirigenti Federali giovani (almeno nelle idee) disponibili a confrontarsi e lavorare, lavorare ed ancora lavorare. La prima cosa da fare dovrebbe esser semplice: studiare bene come sono organizzati i Paesi europei di maggior successo ed i casi nazionali che rappresentano l’eccellenza e vedere come possiamo clonarli, almeno nei fondamentali. Lo si dovrebbe fare però con la mente aperta, senza mettersi da subito in difesa limitandosi a dire che è inutile perché da noi non ci sono soldi per pagare le strutture! E’ questo il punto. La creatività, la perseveranza nel trovare soluzioni, la voglia di fare almeno le cose fondamentali investendo nel modo giusto dovrebbe essere l’ossessione di chi ci guiderà nei prossimi 4/8 anni. Si deve partire dal concetto che deve essere possibile spendere meglio quello che c’è in cassa magari privilegiando pochi obiettivi (Tecnici, strutture giovanili e supporti ai Club Civili) tenendo conto ad esempio, che l’Atletica al momento dispone, oltre che a quanto ci gira il Coni di ingenti risorse “indirette” che lo Stato mette a disposizione tramite l’attività, le strutture ed il personale dei Gruppi Sportivi Militari. Un tesoro che non figura in bilancio ma un tesoro straordinario per noi.
A tal proposito We have a dream: I GSM interessati anche loro ad una rivoluzione che favorisca lo sviluppo integrato del nostro Sport tramite una totale collaborazione con i Club Civili nell’attività di base e nelle scuole mettendo a disposizione le loro strutture ed i loro uomini. In cambio la garanzia di poter curare con ancor più attenzione e praticamente in esclusiva l’Atletica al Top purchè sia di effettiva valenza internazionale.
Anche per loro potrebbe essere il momento di far partire una rivoluzione a costo zero ma più proficua per la loro immagine da una parte ed i cittadini dall’altra pena vedersi smantellate, ancor più di quanto oggi non avvenga causa la crisi, la loro dimensione qualche volta faraonica ma spesso di scarsa qualità, una eredità del passato oggi anacronistica. Può essere un disegno giusto o sbagliato ma comunque sarà da approfondire. Certamente, siatene certi, anche loro dovranno trovare (e troveranno) nuovi equilibri. Noi la pensiamo così. Alla prossima.