di Fabio Olevano
Cominciare un racconto come questo non è mai semplice. Perché la storia che sta per essere narrata è una di quelle storie non lineari, è una di quelle favole che racchiude in sé un turbinio di emozioni, di storie personali coinvolte nel destino di una squadra. Questo è un campionato di società, questa è la vittoria di uno Scudetto.
Prima di intraprendere questo viaggio ad alto potenziale emotivo, vi invito a leggere quanto scritto dal nostro Presidente Roberto De Benedittis, che esprime nel migliore dei modi ciò che la nostra maglia e la nostra storia rappresentano per le ragazze che ne fanno parte:
“Qualcuno ha criticato la presenza delle atlete militari nella nostra squadra. Non vogliamo polemizzare, noi voliamo più alti rispetto a queste polemiche provinciali. Se la nostra atletica è un po’ più piccolina di quella del resto del mondo, lo si deve a questi atteggiamenti. I campioni trovano le soluzioni, i perdenti trovano le scuse.
Vogliamo ringraziare tutte le atlete militari che ci sono state e quelle che non sono potute esserci per infortuni vari. Paradossalmente, se decidessimo di non convocarle, loro verrebbero lo stesso, perché sono così attaccate ai nostri colori, alla nostra squadra, oserei dire alla nostra famiglia, che nessuno riuscirebbe a farle desistere. Ho visto atlete che hanno iniziato le loro gare a febbraio con le indoor, sono andate agli Europei e poi alle Olimpiadi, con un dispendio di energie fisiche e mentali che dovrebbero dormire un mese intero per recuperare, però erano lì, ed erano felici di esserci. Questa è la differenza. Se sono atlete militari è perché in un modo o nell’altro questa società le ha supportate, indirizzate, aiutate, a diventare quello che sono. Campionesse nella vita prima che campionesse nello sport. Questa è la nostra mission, e loro lo sanno. Grazie ragazze!”
Ora torniamo idealmente al 27 settembre dello scorso anno, quando eravamo sugli spalti dello stadio Picchi di Jesolo, applaudendo quella Storia che era diventata Leggenda. Dopo un anno la Leggenda ha cambiato idea, non aveva più voglia di restare scritta in calce sulle pagine di un libro, voleva trasformarsi, continuare ad evolvere, a vivere. E così è tornata ad essere Storia, quella che vi stiamo per raccontare…
Tutto comincia nella giornata di sabato, quando nel primo pomeriggio lo stadio Gaetano Scirea di Cinisello Balsamo si anima di striscioni e di bandiere. La finale Oro del Campionato di Società Assoluto prende il via. E non può farlo in modo migliore per i nostri colori. Veronica Borsi, dopo un 2015 travagliato nel quale non ha potuto aiutarci in quel di Jesolo, si ripresenta alla finale Oro con una vittoria che la riempie di gioia, e con lei tutti noi. Si parte subito con 8 punti messi in cascina!
Si continua con due terzi posti, quelli della capitana Ilenia Draisci nei 100 metri (12”09) e di Veronica Inglese nei 1500, quest’ultima con il primato personale di 4’27”51! Dopo le fatiche olimpiche e una stagione cominciata addirittura a dicembre con gli Europei di cross, c’è da dire che la voglia di gareggiare di Veronica non finisce davvero mai!
Un’altra reduce olimpica è Dariya Derkach, che chiude al secondo posto la gara di salto triplo con la misura di 13,06. A questi 7 punti segue il terzo posto della staffetta 4×100 composta da Elisabetta De Andreis, Dariya Derkach, Veronica Borsi e Ilenia Draisci, autrici di un 46”79. Nei 3000 siepi Marta Castelli dimostra grandissimo coraggio nell’affrontare per la prima volta una gara così impegnativa in una finale di CdS, e con la grinta che la contraddistingue giunge al traguardo al sesto posto con il tempo di 11’11”15.
Poco dopo arriva un uno-due micidiale nel peso, con la coppia Julaika Nicoletti (15,52) e l’altra capitana Laura Bordignon (14,74) ad occupare i primi due gradini del podio, portando 15 punti alla squadra. La prima giornata si chiude con una bellissima gara di marcia, nella quale Diana Cacciotti la spunta per soli due centesimi nella lotta per il terzo posto, seguita da Eleonora Dominici in quinta posizione. I loro tempi sono stati rispettivamente 22’55”96 e 23’51”50, ovviamente sulla distanza dei 5000 metri.
Al giro di boa la classifica vedeva la Bracco Atletica al primo posto con 67 punti (12 punteggi), e noi secondi a 61 (con 10 punteggi). Noi sapevamo di essere superiori nella seconda giornata, potendo anche contare su 2 punteggi in più rispetto a loro, ma eravamo anche ben consapevoli di non poter sbagliare nulla.
E così è stato. Una delle doti più grandi delle nostre ragazze, da sempre, è quella di non fallire mai nei momenti fondamentali. Lo scorso anno non abbiamo vinto semplicemente per le troppe assenze, ma anche in quel caso le ragazze ci avevano provato fino alla fine, sfiorando quello che sarebbe stato un vero e proprio miracolo sportivo.
In sostanza, la nostra forza è questa. Con uno squadrone del genere, che per giunta non fallisce mai, come si fa a perdere??
L’inizio della seconda giornata non delude le aspettative, perché arriva subito il terzo posto di Priscilla Carlini nei 400hs con il tempo di 1’01”45. Peccato per quell’ultimo ostacolo toccato, circostanza che ha fatto perdere a Priscilla quei decimi che probabilmente le sarebbero valsi il primato personale. La pioggia di punti arriva poco dopo, quando nel giro di 10 minuti ne raccogliamo ben 31! Frutto della doppietta nell’asta di Sonia Malavisi (4,10) ed Elena Scarpellini (4,00), e delle vittorie di Laura Bordignon nel disco (54,32) e Yusneysi Santiusti negli 800 (2’02”63). Anche Sonia e Santi, reduci dai Giochi Olimpici, nonostante la stanchezza, non hanno mancato di portare il loro contributo alla causa della squadra. Santi è al primo anno con noi, ma sembra già una veterana del nostro club, pronta a fare il tifo e motivare le sue compagne.
Arriva anche il quinto posto di Ilenia Draisci nei 200 con 25”00, seguito dalla vittoria con autorità di Veronica Inglese nei 5000 (16’07”09), e per concludere, prima della staffetta, il quarto e sesto posto di Flavia Nasella (5,90) e Dariya Derkach (5,75) nel lungo. Terminata la gara di salto in lungo, la matematica ci dava già la certezza del titolo, così l’attesa della staffetta è stata solo il momento per preparare la festa. La 4×400 (Alessia Baldi, Priscilla Carlini, Flavia Nasella e Yusneysi Santiusti) è giunta quinta con 3’50”32, e poi è esplosa la gioia.
Tutti sul prato, poi verso il podio per la premiazione, con capitan Laura Bordignon ad alzare la Coppa. Una menzione speciale va a quelle ragazze che non hanno potuto gareggiare in questa occasione, ma erano lì con noi a supportare le loro compagne. Grazie a Giulia Pennella, Maria Antonietta Basile, Elena Sorrentino. Un grande abbraccio va anche a Jennifer Rockwell, che dagli Stati Uniti ci ha spedito dei tatuaggi con la scritta Acsi Italia Atletica, che tutti noi abbiamo messo sulla nostra pelle in questi giorni.
Un discorso a parte va fatto per i tecnici, perché senza di loro sarebbe impossibile ottenere tutto ciò. Il primo enorme “grazie” è per Mauro Berardi, il direttore tecnico più vincente della storia dell’atletica italiana, colui che in 15 anni ha conquistato 14 scudetti. La sua capacità di fare squadra, di coinvolgere le innumerevoli grandi atlete che hanno indossato la nostra maglia, con la passione e la volontà che lo contraddistinguono, è stata una delle chiavi dei nostri successi. Al suo fianco troviamo Michele Sicolo e Alighieri Tarquini, che da anni non fanno mancare il loro supporto nella direzione tecnica della squadra, e che insieme a Mauro formano un vero e proprio “dream team”.
Infine è doveroso ricordare e ringraziare tutti i tecnici che hanno contribuito a questo successo, a partire da coloro che erano presenti a Cinisello: Adelmo Borsi, Serhiy Derkach, Sandro Di Paola, Tiziana Tavoni, Andrea Boga, Piero Bordignon, Sandro Bellucci, Enzo Brichese, Alessandro Bonacchi. Ovviamente lo stesso ringraziamento è esteso ai tecnici che non erano con noi a Cinisello, ma che sono anche loro gli allenatori delle neo-campionesse d’Italia: Maura Cosso, Massimo Magnani, Giovanni Longo, Federico Losani, Giorgia Di Paola, Alba Milana, Claudio Berardelli.
123 punti, un primato incredibile, mai raggiunto da quando esiste questa formula, a testimonianza del fatto che questa squadra c’è, è viva, e dopo l’incidente di percorso del 2015 vuole continuare a vincere, consapevole di avere un potenziale, sportivo ed umano, da far invidia a chiunque.
Lo Scudetto è tornato a casa, la Leggenda continua…
Foto di FIDAL COLOMBO/FIDAL