A Mosca, nella qualificazione per la Finale del lungo, la nostra Dariya Derkach soffre troppo la gara e sbaglia tutto lo sbagliabile. A Dariya non era di certo richiesto di entrare nelle 12 della finale (anche se poi ci si è qualificate con un ragionevole 6,57) ma per una ventenne reduce da due mesi di emozioni a catena evidentemente la tensione era troppa. Ecco allora che dopo un primo salto nullo (rincorsa iperveloce che l’ha portata di 30 cm fuori pedana) anche gli altri due appaiono altrettanto sbagliati, il 2° chiuso in un modesto 6,16 ed il terzo ancora nullo. E così sia.
Il commento del Prof. Ponchio in TV (RAISPORT) è stato lapidario e non fa sconti. Bocciatura per la prestazione anche se grande fiducia per il futuro ma, dice il Professore, “deve lavorare tanto e cambiare in toto o quasi la fase di partenza e l’intera rincorsa!”. Serhiy, il papà-coach, è avvisato.
Noi non abbiamo nulla da aggiungere. Oggi abbiamo sofferto abbastanza ma nulla di paragonabile rispetto le immense soddisfazioni che ci ha regalato Dariya in questi anni. Quello che ha fatto questa ragazza per se e per la squadra è fantastico. Lei in carriera- ne siamo certi- salterà 7 metri o comunque ci andrà vicino ed allora diamo tempo al tempo!
Ora la ragazza potrà riposarsi e poi riprendere gli allenamenti in chiave Scudetti Assoluto ed Under 23 di fine settembre. Difficile rivederla in gara prima, a meno di sorprese. Poi speriamo che possa indossare le stellette!
Detto infine delle buone prestazioni di Benedetti sugli 800, Vizzoni nel martello e Chiara Bazzoni sui 400m (qualificata anche una Grenot per nulla convincente visto il suo potenziale ed il suo PB), vogliamo parlare della maratona femminile.
Le centinaia di migliaia di italiani che hanno provato l’ebrezza di correre nella vita almeno una volta una Maratona avranno passato davanti alla TV (dalle 12,00 alle 14,30) centocinquanta minuti fra i più belli della loro vita sportiva.
Avranno vissuto –facile immaginarlo essendo del mestiere- il sogno che tutti vorrebbero realizzare e che non è solo quello di una medaglia importante da conquistare in occasione di un Mondiale o di una Olimpiade ma anche quello di immaginare di partire in testa, restarci per oltre 40 km e sbriciolare tutta la concorrenza metro dopo metro anche se poi il sogno svanisce ed una imbattibile Keniota passa inesorabilmente davanti sul finale.
Valeria Straneo, 37 anni da Alessandria, allenata da Beatrice Brossa e tesserata per la Ranner Team 99 ha portato a compimento oggi, per le strade di Mosca, un capolavoro assoluto che va ben oltre l’argento conquistato. Valeria con il suo modo di correre, e la speciale umanità dimostrata a fine gara anche in questa occasione ha certamente toccato il cuore di tutti noi. Ha chiuso in 2h25’58 con una costanza di prestazione, lungo tutto la gara. da paura! Assieme a lei va evidenziato lo straordinario risultato di Emma Quaglia (Cus Genova) giunta addirittura 6^ dopo un inseguimento durato…42 km!.
Due atlete che nella vita ne hanno passate di cotte e di crude ma che con una forza d’animo fuori dall’ordinario sono uscite dai loro gravi problemi di salute come meglio non si poteva. Sulla divisa della squadra italiana di questi Mondiali c’è stampata la freccia di Mennea. Ebbene queste due Signore, entrambe laureate e non più giovanissime, assomigliano di certo nel carattere, nell’impegno quotidiano e nella ferocia volontà di farcela sempre e comunque al grande Pietro. Assomigliano abbiamo detto, perché oltre non è concesso andare. Pietro il grande rimarrà unico. Alla prossima. foto Colombo/Fidal)
Mondiali di Mosca